GOMITO

EPICONDILITE:

L’epicondilite, comunemente conosciuta come “gomito del tennista” è la tendinite più frequente del gomito e si manifesta con dolore sul lato esterno del gomito a livello dell’articolazione omero-radiale e precisamente nel punto di inserzione dei tendini epcondiloidei sull’omonimo epicondilo; il dolore si può irradiare prossimamente al braccio o distalmente alla faccia estensoria dell’avambraccio e di solito si associa ad una grave riduzione della forza di presa.

La causa della vera Epicondilite è l’infiammazione dell’inserzione di uno dei tendini epicondiloidei ovvero dell’Estensore Radiale Breve del Carpo (ERBC) che, se cronicizzata, porta ad un sovvertimento della struttura morfologica del tendine ed alla sua progressiva degenerazione.
Il trattamento dell’epicondilite è graduale e si avvale di supporti ortesici (tutori) utili a ridurre il carico funzionale del tendine interessato FOTO, di trattamenti fisioterapici sempre rivolti a sfiammare e a rilassare la muscolatura infiammata e contratta, di esercizi di allungamento o stretching della muscolatura estensoria (VD SCHEMA), del trattamento infiltrativo con Cortisonici e recentemente con PRP, del trattamento con onde d’urto o del trattamento chirurgico.

Il trattamento chirurgico è necessario in una piccola percentuale di casi (20% circa) al fallimento delle soluzioni non chirurgiche e consiste nell’asportazione del tessuto degenerato e nel distacco del tendine interessato dalla sua inserzione ossea e può essere condotto a cielo aperto o in artroscopia di gomito.

Spesso però il dolore laterale di gomito viene superficialmente interpretato come Epicondilite senza essere dovuto ad una vera tendinite degli epicondiloidei. Esistono infatti una serie di patologie articolari che si manifestano con un dolore esterno del gomito ma talvolta associate a segni clinici che non hanno niente a che vede con epicondilite.

Questa sintomatologia può dipendere dalla semplice plica omero-radiale che provoca uno scatto durante la prono-supinazione a gomito flesso, all’infiammazione del tessuto sinoviale articolare “sinovite” che provoca un gonfiore dell’articolazione, alla condropatia omero-radiale, all’osteocondrite dissecante del capitulum humeri, all’instabilità del comparto esterno del gomito, alla vera e propria artrosi omero-radiale, che producono dolore durante la mobilizzazione o il carico dell’articolazione. Una valutazione specialistica può essere d’aiuto nella valutazione dei casi dubbi che vanno attentamente studiati mediante l’utilizzo mirato delle differenti indagini radiologiche (RX, ECO, TC o RMN).

Vedi: Trattamento conservativo Epicondilite

 


RIGIDITÀ DEL GOMITO

La rigidità del gomito si manifesta con una riduzione del range di movimento articolare durante lo svolgimento delle normali attività quotidiane, sportive o lavorative. Solitamente inizia con l’incapacità di estendere completamente il braccio o con la difficoltà a portare la mano alla bocca o a toccarsi la spalla con la mano dello stesso lato.
Può essere più o meno accompagnata da dolore al gomito.

Le cause di rigidità sono diverse e vanno ricercate con apposite indagini radiografiche RX, TC con ricostruzioni 3D (meno frequentemente con RMN). Le cause più frequenti sono la presenza di alterazioni della cartilagine articolare con infiammazione “sinovite” e/o la presenza la presenza di frammenti di cartilagine mobili o liberi nell’articolazione “corpi liberi”; altre cause possono essere l’artrosi del gomito, l’esito di traumi con aderenze intra-articolari o incongruenze dei profili ossei, o la formazione di ispessimenti capsulari, ossificazioni o becchi ossei intra-articolari che riducono il movimento anticipandone il “fine corsa”.

Il trattamento di queste rigidità va studiato e concordato con lo specialista che, a seconda del tempo di insorgenza, della gravità della rigidità e della compromissione della superficie cartilaginea articolare, suggerirà un trattamento fisioterapico o chirurgico e quest’ultimo di tipo artroscopico, a cielo aperto o mediante l’utilizzo di protesi.
Il trattamento più frequentemente eseguito avviene mediante l’artroscopia di gomito (VD ARS GOMITO).
Questa tecnica, attraverso alcuni piccoli accessi cutanei inferiori al cm, consente di magnificare, valutare e trattare tutta l’articolazione nel dettaglio con il beneficio di una minima invasivitá e di un recupero più veloce.